Camminare in montagna: cosa devi sapere

Fitness
13/07/2017
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Migliaia di italiani nel periodo estivo scelgono la montagna come meta delle loro vacanze. Tra le tante attività sportive, la più praticata e immediata è la camminata, il cosiddetto trekking. Uno straordinario modo di vivere a contatto con la natura in modo totalmente ecosostenibile, che per alcuni può diventare una passione, un’attività fisica da praticare con costanza e dedizione.

La montagna è sacra e come tale non va affrontata “di petto”, la montagna non si sfida, la montagna va conosciuta e soprattutto rispettata. Oggi più che mai è bene informare e tramandare un messaggio chiaro: sicurezza, sempre. Per questo l’equipaggiamento di chi va in montagna non può essere improvvisato:  

- scarponi da montagna o scarpe da trekking, anche se il percorso presenta difficoltà minime;

- zainetto, meglio se con un kit di sicurezza;

- vestiti a strati: è sempre bene essere preparati ad ogni variazione climatica, tipica dell’alta montagna.

 

LA SCELTA DEL PERCORSO  

Equipaggiarsi sì, ma soprattutto saper scegliere il percorso adatto alle proprie capacità. La cartografia dà moltissime informazioni utili sul tipo di sentiero, la durata, la distanza ed il dislivello totale, ma se non siete sufficientemente esperte il consiglio è sempre quello di contattare una guida del luogo per capire meglio la fattibilità o meno del percorso. Si suggerisce sempre di procedere per gradi, in montagna meglio sottovalutarsi che sopravvalutarsi! Non fatevi ingannare dai pochi chilometri da percorrere, ricordate infatti che esistono diversi fattori da considerare:  

- dislivello in ascesa

- tipologia di sentiero

- quota (altitudine)

- variazioni meteorologiche  

In ogni caso ogni sentiero viene catalogato secondo lo schema: T (turistico), E (escursionistico), EE (escursionistico esperti), EEA (attrezzati). Se non avete mai percorso sentieri montani affidatevi alla lettera “T”.

 

NON ARRIVATE IMPREPARATE

Se la camminata in salita ha molti effetti benefici, tra cui la tonificazione di arti inferiori e glutei, oltre a rappresentare un importante stimolo per l’apparato cardiorespiratorio, lo stesso non si può dire per la fase di discesa. A chi non è mai capitato, nei giorni seguenti a una camminata in montagna, di avere difficoltà perfino a camminare o ad alzarsi dalla sedia? Praticamente a tutti: si tratta di DOMS, dolore muscolare tardivo dato da micro-lacerazioni delle fibre muscolari che comportano un dolore anche acuto dalle 24 alle 72 ore successive lo sforzo. Contrariamente a quanto potrete credere, la maggior problematica è data dalla discesa e dall’innescarsi di uno straordinario meccanismo di frenata, di conseguenza a variare è la tipologia di contrazione eccentrica che acutizza l’effetto “Doms”, con l’aumentare del rischio di infortuni anche gravi. Massima attenzione quindi in questa fase, camminando (non correndo!) e ammortizzando al massimo gli urti.  

 

Fatti trovare pronta!

Nei mesi precedenti inizia ad inserire nella tua routine di allenamento:

- esercizi di forza, specialmente a carico degli arti inferiori, della catena muscolare posteriore e di “core training”;

- esercizi di reattività muscolare, la cosiddetta stiffness ovvero l’elasticità muscolare nelle condizioni di elevati impatti a terra. Un buon allenamento è dato dalla corsa e dai salti, come il semplice movimento di caduta a terra da uno step o da una panchetta, rimbalzando successivamente verso l’alto nel minor tempo possibile.  

Trattandosi di esercizi impegnativi è bene procedere con massima cautela, iniziando con poche ripetizioni e ovviamente in assenza di problematiche muscolo-tendinee.  

Come avrete certamente capito in montagna la parola improvvisazione non esiste, godetevi quindi “il viaggio”, arrivate pronte all’obiettivo ed equipaggiate. Chissà che questo luogo magico non possa diventare la sede abituale dei vostri allenamenti.